ANTROPOLOGIA GNOSTICA

La Gnosi è veicolo e forma di redenzione

«Essi provocarono un grande sconvolgimento [degli elementi]. Lo portarono nell'ombra della morte. Fecero una forma di terra ['materia'], acqua [='tenebre'], fuoco [= 'desiderio'] e vento [= 'spirito contrario']... Questa è la catena, questa è la tomba del corpo con cui l'uomo è stato rivestito, di modo che ciò fosse [per lui] la catena della Materia».

 L’uomo, che rappresenta il fulcro della speculazione gnostica, è un composito di tre elementi difformi per sostanza ed origine. Essi sono la carne/materia, l’anima/mente/emozioni/sentimenti e lo spirito. La natura di questi elementi è mondana (carne) ed extramondana (spirito), mentre l’anima è il frutto delle forze demiurgiche ma al contempo è in parte influenzata dal pneuma. Lo gnostico, che si trova avviluppato dalla grossolanità terrena, è passivo oggetto innanzi alle forze del mondo incarnate, e questa è la somma astuzia del Demiurgo, dall'heimarméne[1].  Come in un bozzolo, rappresentato dall’anima e assopito in attesa del risveglio, abbiamo il pneuma (definito anche «Uomo Interiore»). Esso è particola del mondo del Pleroma, ed è elemento unico e non replicabile che il Demiurgo e gli Arconti cercano di trattenere attraverso la sua prigionia nella moltitudine delle forme e delle reincarnazioni. Questa loro volontà è dettata dalla necessità, attraverso la sua cattività su questo piano, di dare sostanza (come il gas che dà la forma al palloncino) alla loro effimera creazione. Onde far permanere lo stato di assopimento esso è come drogato da quel veleno che filtra in lui dai sensi, dalla carne e dalle emozioni e solamente attraverso la Gnosi il pneuma potrà essere liberato e compiere la sua salvifica ascesa. Ecco come, nella trattazione gnostica dell’uomo, emergano tre corpi, tre involucri che dall’esterno procedono all’interno: essi sono il corpo fisico, l’anima e il pneuma. Di questi tre copri, come abbiamo visto, solamente uno è espressione del Padre che è nel Pleroma e solamente quest’ultimo anela a ricongiungersi alla propria radice.

 La creazione dell’uomo inferiore, le parti demiurgiche carceriere del pneuma, è tratteggiata in questo estratto afferente la scuola barbelognostica:

 “loro stessi» significa dalla loro sostanza che è «anima» e non materia. Ciascun arconte dà il suo contributo «all'anima», che è perciò settemplice; le diverse parti sono riferite alle differenti parti del corpo: un'«anima delle ossa», un'«anima dei nervi», eccetera; gli altri 360 angeli compongono il «corpo»”

 L’anima è quindi diretto frutto dell’opera plasmante degli Arconti, ognuno dei quali rappresenta un metallo ed un influsso, mentre il corpo è creato dagli angeli (che sono delle potenze spirituali corrotte e comunque inferiori).

 In precedenza ho tratteggiato alcune caratteristiche del tipo di Conoscenza veicolata dalle varie scuole gnostiche, e come essa non sia questione di mera forma, erudizione ed acquisizione, ma si tratti di sostanza in grado di determinare un mutamento, non solamente a livello di coscienza e consapevolezza, integrale dell’uomo-gnostico. Essa è come un’onda trasmutativa, che scaturendo dalle profondità dell’Uomo Interiore o Primordiale investe tutta la composita struttura umana: frantumando, nel suo procedere come onda di ritorno dall’interno verso l’esterno, i simulacri e i feticci della grossolanità carnale e dell’illusorietà dell’anima.

 La Gnosi ha quindi funzione non di spiritualizzare la materia, che in quanto demiurgica è destinata al ciclo perpetuo delle forme, quanto quella di liberare il Pneuma in essa impregionato.

 Tale “azione trasmutativa” della Gnosi è ben evidenziata da Teodoto[2] riportato da Clemente Alessandrino: «Non è solo il lavacro a liberarci ma anche la conoscenza: chi siamo, che cosa siamo diventati; dove siamo, dove siamo stati precipitati; dove tendiamo, donde siamo purificati; che cosa è la generazione, che cosa è la rigenerazione»

 Nella visione gnostica solamente comprendendo la generazione (la nostra radice), attraverso la Conoscenza-rimembranza, sarà possibile rigenerarci (ascendere alla Plenitudine del Pleroma). Ecco come la vita sia proficuamente impegnata solamente se rivolta a ricordare il proprio punto di Origine (il mondo spirituale del Pleroma). È dall’origine, o meglio dalla caduta ad essa susseguente, che si sono formate la materia e l’anima attraverso l’azione negativa dell’ignoranza e della dimenticanza. L’ignoranza genera la materia e la psiche, che sono le forzose vestige dell’Uomo Spirituale. Il percorso a ritroso è un percorso di ricordo: la gnosi come bolle di memoria che esplodendo creano un nuovo tessuto e vestimento: il corpo di gloria.

 «quanti affermano che prima si deve morire e poi risuscitare, si ingannano. Se da vivi non ottengono la risurrezione, quando moriranno non otterranno nulla» (Vangelo di Filippo)

È durante la vita che lo gnostico deve morire in se, onde poter risorgere nell’eternità. Questa morte è la morte della psiche, il rifiuto della carnalità e delle leggi, dei pesi e delle misure che caratterizzano questo mondo. La visione gnostica non offre una salvezza universale che comunque interverrà alla fine dei tempi, ma solamente una via individuale conquistata con la sofferenza e la ricerca.

«Questo mondo è un divoratore di cadaveri: tutto ciò che vi si mangia muore di nuovo» (Vangelo di Filippo)

Ogni alimento che questo mondo propone, sia esso cibo per il corpo o per l’anima, è cadaverico e conduce alla morte. Lo gnostico deve nutrirsi di se stesso, in quanto solamente in se stesso può trovare il pane dell’eterna vita.

 Ovviamente siffatta prospettiva non poteva, e non può, essere accolta da ogni tipo di uomo ma necessita di un particolare specie di individuo in grado di cogliere, e successivamente sopravvivere, questo profondo nichilismo nei confronti di ogni espressione, sia essa naturale o umana o divina, di questo piano. La capacità di cogliere questa “verità” ha come effetto quello di suddividere l’umanità in relazione alla capacità di procedere lungo questo particolare tragitto gnoseologico, che è anche un percorso di spogliazione delle varie nature. Tale frazionamento è dettato dalla possibilità o meno degli uomini di entrare in diretto contatto con la Conoscenza del divino che comporta questa una rivoluzione interiore che attiene a tutti e tre i corpi dell'uomo (fisico, animico e spirituale)

Mentre alcune scuole esoteriche parlano di spiritualizzazione della materia, altre di rettificazione degli elementi grossolani dell’uomo ed altre ancora propongono una sorta di perfezionamento interiore, nello gnosticismo abbiamo l’avvento di una “singolarità” raccolta in un unico momento di profonda comprensione e comunione con la radice spirituale; la quale determina la rottura di questo piano della manifestazione e l’anabasi dell'essere su di un nuovo piano. In relazione a quanto postulato, è inevitabile che ogni uomo sia diversamente recettivo innanzi a tale ierofania della conoscenza.

Trattandosi di una conoscenza sostanziale, che comporta un mutamento di stato e di composizione dell’uomo, una sorta di trasmutazione alchemica, questa differenziazione fra i tipi di uomini assume caratteristiche antropologiche, quasi si fosse innanzi a specie viventi diverse. Ecco quindi la tripartizione in materiali, psichici e pneumatici: tipi di uomini fra loro difformi, accomunati solamente dall’ingannevole caducità della carne e della psiche.

Ilici (materiali) sono coloro che non hanno possibilità di unione con il pneuma. Sono persone involute, profondamente legate alle pulsioni di questo mondo di tenebra e ridotti a mere comparse, che come burattini sono mossi dalle potenze e dai principati di questo mondo (il destino, gli Arconti, la meccanicità della natura, gli istinti e le emozioni)

Psichici (psyche=anima) sono coloro che posseggono l'anima e che hanno la possibilità, tramite il perseguimento della via e l’erudizione, di entrare in contatto con il pneuma; ad essi è riservata la narrativa e l’insegnamento dei Maestri dello gnosticismo, i quali hanno funzione di un detonatore interiore atto a sbloccare quei banchi di memoria profonda, avviluppati fra le spire della carnalità e della psichicità.

Spirituali (pneumatici) sono coloro che sono in comunione con la conoscenza, che a sua volta è la manifestazione dello spirito; loro sono i perfetti, gli illuminati, i portatori di luce, coloro che hanno visto, coloro che hanno udito, coloro che hanno parlato, coloro che hanno toccato, coloro che hanno gustato il Silenzio che colma l'Abisso.

 Abbiamo visto come la natura umana, nello gnosticismo, sia composita nei suoi elementi (corpo,anima,pneuma) e nell’origine di questi elementi (Demiurgo o Essere). È la gnosi che permette, come una forza dirompente, al pneuma di liberarsi dei due bozzoli in cui è raccolto e ascendere nuovamente al Pleroma; ma è al contempo la Gnosi che ordina l’intera umanità in funzione della sua presenza/comprensione da parte di ogni singolo uomo. Ecco quindi come tutti gli uomini, sono eguali, per composita formazione, e sono, al contempo, dissimili rispetto a questa Conoscenza salvifica. Ciò può essere letto sia come la presenza in alcuni di questa scintilla pneumatica superiore, sia come l’esistenza di certe qualità spirituali che debbano necessariamente essere sviluppate. 

Anche se in ultima e veritiera analisi non è lo gnosticismo che separa gli uomini, ma sono gli uomini stessi che si separano dalla conoscenza redentrice volgendo sguardo e pulsioni verso le cose di questo mondo.


[1] E' l'ordinamento delle leggi naturali, dei cicli del tempo, dei pesi e delle misure che regolano e compongono l'universo espressione del demiurgo, e a cui tutte le cose sono assoggettate. «egli (Demiurgo) volle prendere possesso (controllo) delle loro facoltà di pensiero... Egli prese una decisione con le sue potenze: fecero venire all'essere il Fato, e per mezzo di misura, periodi e tempi incatenarono gli dèi dei cieli [pianeti e stelle], gli angeli, i demoni e gli uomini, affinché tutto fosse posto sotto il suo legame ed esso [Fato] fosse il signore sopra tutti loro: un piano diabolico e perverso!».

[2] Teòdoto. - Gnostico (metà sec. 2º), discepolo di Valentino. Quasi nulla si conosce della sua vita, ma frammenti della sua dottrina sono stati tramandati da Clemente Alessandrino nei cosiddetti Excerpta ex Theodoto.

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