Sono qui esposte alcune riflessioni in merito alla composizione occulta dell'uomo, al risveglio interiore e al suo destino ultimo.

“l’uomo meccanico vive un sonno ipnotico, stordito dalle mille filastrocche interiori.”

 Non è possibile procedere lungo il cammino interiore senza interrogarsi costantemente in merito al nostro stato dell'essere: la cruda verità espressa dal punto d’incontro fra la retta orizzontale (la vita nel mondo quaternario) e la retta verticale (l’ascesa verso il polo spirituale o la discesa verso il polo intrapsichico). L'assenza di tale cognizione è paragonabile al procedere lungo una strada ignota avendo come mezzo di trasporto una macchina di cui non conosciamo il funzionamento, le condizioni meccaniche e l'autonomia: saremmo destinati all’inevitabile fallimento.

In ambito spirituale purtroppo assistiamo proprio a ciò: una moltitudine esprime pensieri sofisticatissimi su Dio, sul motivo della vita e sull'umanità senza avere la minima cognizione di causa di se stessa. Tutto ciò è equiparabile al tentativo di aver misura certa di un oggetto o di un fenomeno per mezzo di uno strumento di rilevamento impreciso e il cui funzionamento ci è in parte misterioso. Questo strumento è l’uomo stesso, che pretende di dar peso e misura alle cose tutte, quando è egli stesso sconosciuto a se stesso.

 “L’uomo meccanico ha un’opinione su tutto, anzi dal mattino alla sera si succedono molteplici granitiche opinioni sul medesimo problema.”

 E’ per questo che “uomo conosci te stesso” e “volontà’” dovranno essere i nostri ferrei imperativi categorici! Da tali assunti discende la natura squisitamente pratica o operativa di questo libro, che è articolato in lezioni – ognuna contenente degli esercizi – che dovranno essere puntualmente, diligentemente e proficuamente implementate nella vita di tutti i giorni (la nostra palestra fisica, psichica e spirituale). Ognuna di queste lezioni è propedeutica per la successiva e solamente la prima – chiamata introduttiva – avrà come finalità quella di offrire il giusto e sintetico “quadro d’opera”. Non dovete correre da una lezione all’altra, ma necessariamente apprendere gli intimi rudimenti che ognuna di esse desidera offrire. Vedrete che gli esercizi esposti sono “semplici”, ma proprio perché rifuggono da intellettualismi e da artificiose complicazioni saranno in grado di dare un colpo devastante al mortifero bozzolo in cui siamo avvolti. E’ ovviamente necessario che l’iniziale entusiasmo si traduca in una amorevole cadenza quotidiana: la produzione dell’oro filosofico è un processo impegnativo e continuativo.

La pratica interiore è l'unica reale sintesi ed è l'unica reale via per trascendere questo piano manifestativo caduco e parassitario; in assenza di esso ogni rituale e ogni erudizione saranno zavorra e ostacolo.