PLESSO CARDIACO

La Gnosi è veicolo e forma di redenzione

IL PLESSO CARDIACO rappresenta la soglia di passo, il tunnel, la grande caverna, dove procedere per ascendere o discendere nei nostri mondi intimi. Attraverso di esso possiamo entrare in contatto con quelle manifestazioni psichiche e sottili, che i profani nel tempo hanno disgiunto dall’uomo stesso, che sono inevitabili per l’autentico ricercatore. Il potere della corona di ferro inferina e la potenza del corpo di luce, si misurano proprio all’interno della fisica e della metafisica del cuore. In questo luogo veniamo trafitti dalle nostre azioni rivolte verso l’ignoranza, o curati con un balsamo in virtù degli atti di conoscenza e gloria che compiamo. Maestri illustrano come la pratica ripetuta su questa zona del corpo comporta progressivi miglioramenti[1]  nell’arte del sognare e nel benessere fisico e psichico generale.  

Il sogno è importante, in quanto attraverso questo stadio di coscienza il nostro Sé, la nostra particola divina, trasmette importanti strumenti di “liberazione” sotto forma di parole di potere, di narrazioni e simboli. Purtroppo la nostra mente, in quanto docile strumento dei nostri prevaricatori, tende a rimuovere ed occultare questi preziosi doni. E’ quindi necessario essere vigili nel sonno, per non continuare a persistere in un sonno ipnotico da svegli. Il peso della giornata, l’ansia, il dolore, l’angoscia, ma anche la gioia e la consapevolezza hanno sede proprio nel cuore[2]. L’organo stesso è indispensabile affinché la vita umana abbia decorso. In chiave esoterica il cuore rappresenta nel modo più pieno l’anima umana. Essa infatti è frutto del tormentoso e conflittuale coagire della coscienza risveglia e delle porzioni psicotiche della nostra mente. L’anima arcontica e l’anima eonica si scontrano per il dominio del nostro cuore!

La manifestazione della trinità legata al plesso cardiaco è il Figlio, alla sua capacità o incapacità di divenire esso stesso Padre o Calunniatore del Padre. Da cui discende che studiando il nostro cuore, possiamo ben comprendere il progredire o il regredire della nostra opera interiore. Il cuore è la nostra estrema ridotta e al contempo il luogo dove edificare il nostro Tempio Interiore: dal cuore ha inizio l’edificazione dello spazio sacro.



[1] Vedremo nel proseguo di questo libro alcune tecniche a tal proposito.


[2] Istruzioni contenute in un antico codice del convento di Monte Athos dell’Abate Xerocarca: “Mettiti a sedere solo, in un angolo. Chiudi la porta ed eleva il tuo spirito al di sopra di ogni cosa vana e temporale. Quindi abbassa il mento sul petto e con tutte le forze dell’anima apri l’occhio percipiente, che è nel mezzo del tuo cuore. Frena anche le uscite dell’aria, tanto da non respirare troppo facilmente. Sforzati di trovare il sito preciso del cuore, dove sono destinate ad abitare tutte le forze dell’anima. Da principio, incontrerai oscurità e resistenza di masse impenetrabili; ma se perseveri e continui questo lavoro, di giorno e di notte, finirai per provare una gioia inesprimibile; poiché appena ha trovato il sito del cuore, lo spirito vede ciò che prima non è mai stato in grado di conoscere. Egli vede allora l’aria, che sta tra lui ed il cuore, splendere chiara e percettibile d’una luce miracolosa.”


(Tratto da "UOMO ENTE MAGICO E LA PRATICA INTEGRALE)

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