ENTROPIA E RISVEGLIO

La Gnosi è veicolo e forma di redenzione

Vivere da “svegli” significa sfuggire all’entropia[1]: essa è una delle tante ’Leggi’ a cui l’umanità è sottoposta: più grossolano è il piano manifestativo e maggiori sono le leggi.  Entropia è un termine che deriva dal greco e significa “trasformazione”; è questa una legge meccanica della natura di livellamento, di uguagliamento ai livelli inferiori. Nella legge dell’entropia non c’è evoluzione, c’è solo meccanicità e trasformazione inefficiente orizzontale; tremenda è la lotta che dobbiamo sostenere ogni giorno per strapparci da essa; l’unico modo per vincerla fare uso di una legge più forte, quella del sacrificio.

L’entropia è una legge meccanica che conduce inevitabilmente ed inesorabilmente alla caduta di tono, alla dispersione di quell’elemento necessario che è l’energia. L’interno universo, in ogni sua singola manifestazione ed articolazione e creazione e creatura, è entropico, in quanto anche in una condizione statica tenderà al disordine e alla consunzione di energia. Inoltre vi sono enti ed eggregore che attivamente, attraverso, una molteplicità di stratagemmi operano al fine di drenare le nostre energie e così agendo alimentarsi. In quanto i nostri aggregati psicologici, così disfunzionali e a loro volta energivori, trovano “complicità” anche in agenti esterni al nostro composito essere. Tutto è energia e tutto è lotta per l’energia. Quindi è necessaria una chiusura ermetica, onde prevenire queste continue prevaricazioni. 

Riflessione: “L’energia che io raccolgo da un alimento è pari o è inferiore all’energia occorsa a tale alimento per nascere e svilupparsi?” 

Se riusciremo a renderci sempre più costantemente conto di essere addormentati, allora ci ’sveglieremo’ e scopriremo l’aspetto negativo di questo sonnambulismo indotto e tutti i suoi aggregati psicologici che zavorrano la nostra esistenza; una volta compresi potremo combatterli mettendo in pratica un sacrificio agendo così efficacemente contro l’entropia.

Il sacrificio di cui parliamo, e a cui aneliamo, è quello delle nostre componenti legate agli automatismi animali e psichici i quali da un lato ci sospingono verso comportamenti passivi o reattivi e dall’altro ci distolgono dal nostro Sé, dalla nostra particolare spirituale o divina. Possiamo vedere il sacrificio come l’intelligente allocazione delle nostre energie, le quali saranno convogliate verso funzioni corporali e mentali efficienti ed indirizzate – per la parte eccedente – alla costruzione dei corpi sottili. E’ quindi il nostro sacrificio il decapitare quanto di parassitario è in noi, correggere quanto necessita di rettificazione per essere efficace ed efficiente, e trasmutare l’eccedente per compiere quell’intima evoluzione a cui aneliamo. 

Nelle lezioni passate abbiamo, fra le altre cose, studiato come ’osservare’ il respiro; grazie all’uso della respirazione contata abbiamo visto come non sia facile restare concentrati. Mi auguro che, come consigliato, queste cadute di attenzione non ti abbiano abbattuto moralmente; in quanto è perfettamente normale che ciò accada. Dopo qualche tempo (forse al primo tentativo, forse al secondo, forse al centesimo) avrai notato la possibilità che la mente entri in uno stato di attenzione focalizzata, uno stato in cui tutta l’attenzione è concentrata sul respiro e sul conteggio. Per un attimo i pensieri non ti hanno disturbato e hanno cessato di emergere; in quell’attimo avete scoperto che voi non siete i vostri pensieri, ma il significato di questo attimo è emerso alla coscienza solo quando esso si è perduto. Ciò per la semplice ragione che prendere coscienza di questo stato è già un pensiero.

Con questo pensiero si perde questa mente “senza contenuto” di cui si è appena fatta l’esperienza. Rendersi conto di aver smesso di pensare è già un pensiero, questo dà la stura ad altri pensieri e l’attimo è perduto. Quando ci rifletterai sopra dopo aver concluso la seduta, scoprirai anche che questo stato di mancanza di pensieri si può sperimentare solo come unità, cioè non si può essere in quello stato e averne coscienza nello stesso tempo. Inoltre poni attenzione come una forza invisibile e prevaricatrice tenderà a rimuovere, a cancellare, a dissipare il solo ricordo delle profonde beatitudini, del senso di unità e le piccole gemme sapienziali che avete colto con la pratica.  

Riflessione: “L’importanza della memoria.” 

Non si può scindere la mente in due parti. Si può solo essere interi, nulla di meno, completi. Questa intuizione, come le altre che arriveranno tramite la pratica integrale, è presente quando non la osservi direttamente e sfuma non appena lo fai. Per rendere l’idea di questo processo pensiamo a quando tentiamo di osservare una stella debole o una costellazione a occhio nudo: se la guardiamo fissa con il centro dell’occhio non la vediamo o facciamo fatica a metterla a fuoco, se invece spostiamo il campo visivo appena intorno, la vediamo molto più distintamente.

Quindi abbiamo visto che, seppure per un attimo, la mente si è calmata. A questo punto il problema da risolvere è far sì che questo attimo si allunghi sempre più. Come? Semplicemente insistendo nella pratica, con quella volontà e determinazione che mai devono mancare, dove volontà significa non farsi sconfiggere dalla pigrizia e determinazione significa non farsi sconfiggere dalla mancanza di risultati o dall’impazienza. Con costanza e fermezza i risultati arriveranno.

Dovrai affinare lo studio della respirazione ripetendo lo stesso esercizio di immaginazione del respiro e del respiro contato. In più ti chiedo di provare l’esercizio durante una normale giornata, a tuo piacere o necessità. Ti suggerisco questo per toccare con mano i risultati di una respirazione consapevole, ad esempio pensa ad un caso in cui necessitiate una urgente soluzione ad un problema importante; prova allora a non usare l’intelletto ma rivolgete la vostra concentrazione su te stesso, estraniandoti al meglio dal contesto in cui sei, ed applicate la tecnica dell’osservazione della respirazione; dopo qualche minuto la soluzione arriverà. Se riuscirai a calmare la mente il risultato è garantito.

Libera dalle classificazioni, dai dogmi, dalle catalogazioni, la nostra mente riceverà la risposta cercata. E non ci sarà neppure bisogno di sottoporle il problema; essa è già al corrente della nostra esigenza. Prova anche se avete bisogno di creatività. Prima di iniziare a scrivere, a dipingere o a intraprendere un’attività creativa, medita per alcuni minuti. Siedi eretto, chiudi gli occhi e porta l’attenzione sul respiro. Non pensare al lavoro che ti aspetta. Lascia che la mente diventi aperta e limpida, poi comincia a lavorare. Vedrai come le idee emergeranno più chiare e con più facilità. 

Queste piccole lucide illuminazioni sono frutto della nostra presa di coscienza, della nostra consapevolezza finalmente emersa. A ben riflettere alla base di tutto ciò vi è un cambiamento del tratto percettivo-cognitivo che è stato indotto anche dalla respirazione. Ecco quindi che per respirare consapevolmente, è necessario essere consapevoli durante la respirazione. La qualità utile – per ottenere tale fondamentale risultato – risiede nell’arte della modulazione, e per tale obiettivo ti propongo quattro semplici esercizi in progressione: 

1.                   la respirazione addominale (o diaframmatica): è la modulazione attraverso cui si espandono maggiormente i polmoni durante la fase inspiratoria: permettendo l’accumulo di ossigeno. Nella fase espiratoria, invece, i polmoni si svuotano dell’ossigeno raccolto, favorendo quindi un afflusso di nuova vita a tutto il nostro corpo.

2.                   primo sviluppo: adesso è necessario calibrare la fase di inspirazione e la fase di espirazione in modo che esse abbiano identica durata. L’armonia è alla base di ogni realizzazione interiore. Ponete in questa fase l’attenzione sul plesso solare.

3.                   Secondo sviluppo: poni adesso la tua attenzione sul plesso cardiaco. Il momento indicato è quando avrai la consapevolezza che il “primo sviluppo” sia stato egregiamente conseguito. La tua attenzione è adesso costante sul cuore, e noterai come a poco a poco questo troverà modo di modularsi sui tempi della respirazione.

4.                   Terzo sviluppo: poni adesso l’attenzione sulla zona intracigliare. Il momento indicato è quando avrai la consapevolezza che il “secondo sviluppo” sia stato egregiamente conseguito. L’attenzione è adesso costante sull’utero che genera ogni pensiero, e noterai come a poco a poco questo entrerà in una fase di stasi dove ogni pensiero troverà estinzione. La mente adesso è assopita! Tutto è calmo e in pace.



[1] Grandezza termodinamica che caratterizza la tendenza dei sistemi chiusi e isolati a evolvere verso lo stato di massimo equilibrio, cioè che esprime l’irreversibilità dei fenomeni naturali in quanto indice della degradazione dell’energia (al crescere dell’entropia, diminuisce l’energia utilizzabile). L’entropia dell’universo, nell’ipotesi dell’universo finito, indice della graduale degradazione di materia ed energia fino alla morte termica dell’universo stesso.

(TRATTO DA: UOMO ENTE MAGICO E LA PRATICA INTEGRALE)

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