LA RESPONSABILITà E LA GNOSI

La Gnosi è veicolo e forma di redenzione

Il problema dell'uomo in ogni tempo e in ogni luogo, è che pochi vogliono la responsabilità della propria vita. Rari sono gli uomini che decidono di comprendere i meccanismi interiori, di affrontare le luci e le ombre che in ognuno di noi albergano. L'uomo preferisce affidarsi a una visione esterna, dove ciò che è importante è evitare il dolore e affermare la propria esistenza in virtù di accadimenti, che se ben riflettiamo sono caduchi ed effimeri. La natura umana è quella di attribuire valore a ciò che ne è privo e disprezzare l’oro dei saggi. 

Tratto squisito della razza umana è la capacità di recitare qualsiasi parte nella vita quotidiana. Affettuosi con i familiari, ossequiosi con i superiori, tiranni con i sottoposti, ipocriti nel bisogno e arroganti nell’agiatezza. A questa apparente libertà corrisponde una prigionia interiore, le cui catene sono forgiate dagli anelli dell’ignoranza. Chi tiene i capi di queste catene? 

Dobbiamo prendere coscienza che siamo prigionieri, poiché solo ammettendo ciò sarà possibile conseguire la libertà. La nostra prigione non è di ferro e mattoni, sarebbe fin troppo facile, è bensì eretta con le nostre percezioni errate, con le nostre disfunzionalità interiori, le stratificazioni culturali e le convenzioni sociali che subiamo per comodità, pavidità e pigrizia. Amico mio, accettiamo serenamente che dobbiamo lasciare le nostre spoglie carnali e psicologiche e comprendiamo che ciò che fa la differenza è come viviamo. Chi desidera la conoscenza sa che il vecchio uomo deve morire, affinché il nuovo abbia a nascere. Altresì dobbiamo accettare che non è la società, il governo, l'economia, o gli affetti che ci impediscono di essere ciò vorremo essere; non sono loro i nostri aguzzini, bensì noi stessi, le nostre inveterate abitudini e le nostre occulte paure.

L'uomo è un sadico prevaricatore. Questa sua follia colpisce inizialmente se stesso, e in seguito si sfoga sugli altri. Creando una catena di odio, miseria e frustrazione, che genera ancora una volta prevaricazione. Del resto non è forse vero che un sistema, per quanto grande e forte possa essere, si regge solamente perché la maggioranza crede in esso e lo sostiene? Un oceano altro cos'è se non l’insieme di una miriade di gocce? Cambiano noi stessi, e toglieremo un elemento, un ingranaggio, al sistema. Ecco quindi come il cambiamento individuale è indispensabile al cambiamento collettivo, mentre ogni azione sociale tenderà sempre e per sempre a creare nuovi strumenti di controllo e di pressione sull'individuo.

Abbiamo visto come il nostro essere è sconosciuto a noi stessi, come la nostra vita è una forma di sonnambulismo e la nostra coscienza frammentata. Ecco quindi la necessità di integrare ogni nostra parte scissa, perché è solo attraverso la rimozione di questa divisione che possiamo procedere lungo il viatico interiore. Lecite sono le domande: con quale mezzo posso giungere all’integrazione? Una volta conosciuti i meccanismi disfunzionali, in cosa consiste il processo di reintegrazione? E cosa si può modulare? La personalità? I difetti? E cosa è invece non si modifica? Qual è la parte immutabile che dobbiamo portare a riemersione? 

Basterà dire che ciò che noi oggi siamo dipende, su questo piano separativo e illusorio, inevitabilmente da tre elementi. I primi due sono dati poiché insiti fin dal momento della nascita: questi sono la nostra struttura psicologica di base, e la natura spirituale. Il terzo è acquisito lungo il corso della nostra esistenza in virtù dell’azione educatrice e formatrice della nostra società, degli affetti e degli accadimenti.  

La nostra struttura psicologica di base è rappresentata da una pluralità di Aggregati Psicologici, fra loro relazionati in modo disfunzionale e spesso conflittuale. Una rilevante parte di questi essi sono innati. Infatti il bambino, ancora nel ventre materno, sogna, percepisce e si relaziona con il mondo circostante. Nel corso della nostra vita, questi aggregati psicologici trovano modo di alimentarsi, cosa che vedremo nei prossimi paragrafi, e determinare quelle che sono le caratteristiche base della nostra personalità (la personalità è l’interfaccia attraverso cui ci relazioniamo verso l’esterno). L’aspetto dinamico di questi aggregati è la ridda di voci, di pensieri confusi e cacofonici, l’indeterminatezza innanzi ad un accadimento o ad una scelta. Altro loro aspetto è la “fantasia”, in quanto per trovare alimentazione creano delle narrazioni, o portano a riemersione degli accadimenti passati, o tratteggiano delle possibilità future, nel cui svolgimento vi è la soddisfazione della propria natura. Così operando suggeriscono come il nostro benessere dipende dalla ripetizione o dall’affermazione di un determinato accadimento. In pratica, essi, ci impediscono di vivere il presente confinandoci in un eterno passato o in un ipotetico futuro. Nelle varie tradizioni religiose ed esoteriche questi aggregati sono stati definiti come Demoni Rossi di Seth, Legione, Vampiri, Arconti, Succubi ed Incubi. Il lavoro interiore è rivolto alla comprensione dei loro meccanismi, e alla rimozione dei medesimi. 

La nostra Natura Spirituale è rappresentata da quel nucleo perennemente, eternamente, eguale a se stesso. Nelle tradizioni mitologiche ed esoteriche è stato definito in vario modo. Lo troviamo in Cabbala come Adam Kadom, nello gnosticismo storico come Pneuma, nei miti iranici come Uomo Primordiale e nella stessa Bibbia come Adamo-Eva. Questo nucleo è ciò che siamo realmente, ed emerge tramite la meditazione, particolari condizioni di coscienza non ordinaria, oppure a seguito di grandi traumi. Possiamo coglierlo come quel’inteso ed improvviso risveglio, e nel momento in cui poniamo l’attenzione su di esso immediatamente scompare. L’aspetto dinamico del Nostro Essere Intimo è rappresentato da un pensiero univoco, chiaro e cristallino, spesso accompagnato dalla “immaginazione”. La quale rappresenta la capacità di creare attivamente una rappresentazione del mondo interiore o esteriore, ed influire su essi.

Infine il terzo elemento. Gli influssi culturali, educativi e sociali, sono la forza plasmante delle Eggregore di questo mondo. Millenarie “forme pensiero” che sono divenute autonome e che in modo invasivo permeano gli uomini, determinandone la loro condizione e prospettiva di vita. Le varie Eggregore agiscono in simbiosi con i nostri aggregati psicologici, solleticando e soddisfacendo quelli che possono sviluppare un’azione sinergica con esse. Ogni società umana è retta da un Eggregore, così come le varie religioni e le stesse strutture esoteriche ed iniziatiche. Rare sono quelle funzionali al reale sviluppo umano e in genere il loro accesso non è alla portata di tutti.

Per meglio rappresentare la consistenza del terzo elemento, che compone il nostro essere composito, basti pensare ad una mano di vernice che stendiamo sopra una parete. Per quanto saremo bravi come imbianchini le imperfezioni, le curve e le linee della parete non scompariranno, saranno solamente celate dalla mano di pittura, e a ben vedere determineranno il modo con cui la stessa vernice si distribuirà sulla superficie creando ammassamenti, ombre e screpolature.

Il senso pratico, spesso dimenticato, ci porta a osservare come anche i gemelli si distinguono fra loro fin dalle prime settimane di vita, è evidente che ricevono in eguale misura, se non in egual tempo, identiche attenzioni da parte dei genitori e parenti, eppure fin dai primi istanti della loro vita avranno comportamenti diversi innanzi ai genitori, e al mondo. Ciò prova che oltre a quanto scorre attorno a noi, e che ci plasma, così come gli elementi atmosferici modellano la terra, sussiste qualcosa che è radicato profondamente fin dal momento della nascita. Questo elemento originario, come in precedenza detto, è duplice ed è rappresentato dalla nostra natura spirituale e dalla struttura psicologica. La prima è la fiamma pneumatica che in noi vive, particola di quel fuoco spirituale non legato a forma e caducità. La seconda è quanto si è venuto a creare per l’azione di attrito, d’interfaccia, di correlazione fra la natura spirituale e questo nostro mondo dei fenomeni periferici, e delle cause seconde. Così come la patina di ossido si forma sul metallo per l’azione del tempo, così la struttura psicologica si è cristallizzata nel corso delle nostre rivoluzioni, involuzioni attorno all’asse del quaternario.

Ecco quindi, amico mio, che il lavoro che ci auspichiamo è quello di rimuovere la vernice che è stata posta sulla nostra struttura psicologica, in modo tale da darci l'opportunità di agire direttamente su di essa comprendendone la natura e l'articolazione, rimuovendo i vari meccanismi disfunzionali, riassorbendo le parti scisse. Otterremmo così che la struttura psicologica sarà posta al pieno servizio della volontà, e la nostra volontà purificata altro non sarà che espressione della nostra natura spirituale più autentica. Nessuna ansia in questo lavoro, nessuno sterile intellettualismo, nessun moralismo trainante o frenante, ma solamente la consapevolezza che siamo altro rispetto a quanto ipotizziamo di essere. Dobbiamo comprendere che il cambiamento non è che autentica scoperta di ciò che in noi giace nelle profondità interiori: prima di ogni tempo, e prima di ogni spazio.

Esercizio

Individua alla mattina, o la sera, il momento apicale della giornata appena trascorsa. Abbi ben chiaro il frangente nel quale la tua decisione poteva cambiare il corso delle cose, in cui un tuo atto di consapevole volontà poteva fare la differenza. Chiediti perché hai omesso, o hai errato. Chiediti se la narrazione della giornata è stata funzionale o meno al tuo proposito di presa di coscienza interiore, e se altrimenti ha contribuito a relegarti in uno stato di asservimento alla tua natura psicologica e materiale.

(TRATTO DA: UOMO ENTE MAGICO )

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