"IL CULTO DIVINO"

"Sorgente eterna di tutto ciò che è, Tu che invii ai prevaricatori gli spiriti di errore e di tenebre che li separano dal Tuo amore, invia a colui che ti cerca uno spirito di verità che lo avvicini a Te per sempre. Che il fuoco di questo spirito consumi in me perfino le più piccole tracce del vecchio uomo e che dopo averlo consumato, faccia nascere da questo ammasso di ceneri un nuovo uomo sul quale la Tua mano sacra non disdegni di versare più l'unzione santa." Il Filosofo Incognito

Sei infine giunto in quella che è la sezione maggiormente significativa di questo nostro testamento spirituale. In essa non troverai complessi rituali e neppure funamboliche ascendenze e discendenze, ma quanto rappresenta il nostro centro spirituale: il fuoco vitale e spirituale del Nostro Ordine. Il quale non si raccoglie attorno ad un insieme caotico di rituali, non nasce da fratture da altre strutture o da fughe dettate da un ego sofferente, ma trova radice e manifestazione in un Idea Superiore.

Essa è rappresentata dal “Servizio del Culto Divino”.

E’ questa un’idea antica e al contempo rivoluzionaria. Antica in quanto tutta la Tradizione ha espresso la necessità di porre l’uomo al servizio del divino, in modo che il vero iniziato possa nuovamente giungere a quel tempio imperituro da cui la prevaricazione lo fece bandire. Rivoluzionaria in quanto in un mondo degenerato quale quello contemporaneo, parlare di sacrificio e di porsi al servizio è feroce attacco nei confronti di chi ritiene il percorso iniziatico uno strumento per ingrassare il proprio ego e l’ennesimo postribolo dove trovare gratificazione e compiacimento.

Il “TRATTATO DELLA REINTEGRAZIONE DEGLI ESSERI. Nelle loro primitive proprietà virtu’ e potenza spirituali e divine” si apre con una frase che dovrebbe essere scolpita nella mente di ogni adepto e che impone alcune doverose riflessioni.

“Avant le temps, Dieu èmana de etres spirituels, pour sa propre gloire, dans sono immensité divine. (prima di ogni tempo – il tempo è la misura della separazione fra l’Essere e l’Ente – Dio emana a sua gloria – che compartecipano alla sua manifestazione – degli esseri spirituali nell’immensità divina. Questi esseri (continua il testo) dovevano compiere un culto che avevano ricevuto dalla Divinità per mezzo di leggi, precetti e comandamenti eterni. “

Ecco quindi, senza possibilità di dubbio alcuno per la mente onestà, come l’autentica centralità del disegno martinezista e della sua continuità e contiguità negli autentici perimetri martinisti (quelli che, a prescindere dalle forme adottate, fedelmente hanno basamento sull’insegnamento e comprensione del Filosofo Incognito) è il “CULTO DIVINO” e come ogni altra considerazione oscilli fra l’inutile, il fuorviante e l’ingannevole.

È quindi un errore e una menzogna asserire come questi percorsi abbiano fulcro nel perfezionamento, nell’arricchimento e nell’accrescimento della qualità (ammesso che ve ne siano) dell’”iniziato”. Essi semplicemente dovrebbero trovare esclusivamente nella perpetuazione dell’ombra del culto divino la propria ragion d’essere, ed in tale ottica e solo in essa l’imprescindibile studio, le doverose purificazioni, la preziosa rettificazione e la costante opera debbano essere posti collegialmente in essere. Ogni contraria asserzione è un porsi fuori dalla cinta dell’idea fondamentale ed essenziale che ha animato l’opera e la divulgazione dei due Maestri (Martinez de Pasqually e Louis Claude de Saint-Martin), e una pericolosa sovversione: dove un uomo ancora miserabile pretende di ergersi a modello.

Di seguito troverai alcuni scritti che ti permetteranno di approfondire questa Idea, e comprendere come essa informi tutto il Nostro Venerabile Ordine e richieda, pertanto, determinati tipi d’uomo.


L'ESSERE

IL SACRO

LE PRATICHE FUORI DAL TEMPIO

L'UOMO

IL SACRIFICIO

I SALMI NEL NOSTRO ORDINE

LE QUALIFICHE

IL TABERNACOLO

LA VIA PER IL SACRO

URIEL

SALMO 1

ARCHETIPO SACERDOTALE

SALMO 133 (132)

LA TEURGIA

SALMO 134 (133)

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