I.:.A.:.O.:.

La Gnosi è veicolo e forma di redenzione

Amato argonauta dello spirito, vediamo adesso la parola di potere – o se preferisci – il mantra IAO nella sua duplice funzione di pratica di purificazione e di raccolta di energia. Dovrà essere fatto tesoro di quanto esposto nella lezione cinque, in quanto essa è il fondamento per cogliere quel successo coscienziale altrimenti precluso. Prima di procedere oltre mi si permetta una nota intellettuale attorno a questa parola di potere e su come essa sia presente in numerose scuole iniziatiche. Il pubblico solitamente ignora che I.A.O. è uno dei nomi con cui gli antichi padri gnostici di origine alessandrina, attribuivano al Dio Segreto, il Padre Occulto che precede il Demiurgo (il creatore di questo piano manifestativo). Ancora non molti sono a conoscenza che uno degli innumerevoli nomi di Horus, la divinità solare chiamata a succedere sul Trono del Regno d’Egitto, e generata da Osiride e Iside, era proprio I.A.O., e questo a sancire la catena iniziatica esistente fra gli gnostici alessandrini e i sacerdoti dell’Antico Egitto. Possiamo riscontrare come la formula I.A.O. fosse presente in rituali di iniziazione e consacrazione. Ecco un passo tratto dalla redenzione angelica (pratica attraverso la quale il consacrato diviene cosa unica con il proprio spirito angelico: l’anima incontra lo spirito) di un rituale marcosiano (scuola alessandrina):

 «Io sono confermato e redento; io redimo l’anima mia da questo Eone, e da tutto ciò che da questo proviene; nel nome di I.A.O., che redense l’anima sua, nella redenzione in Cristo, il vivente.» La risposta della comunità: «Pace a tutti coloro sui quali questo nome riposa.»

 La formula di cui sopra può essere letta ponendo l’accento sulla funzione redentrice della potenza IAO, verso le anime degli spiriti inferiori (gli angeli caduti), e quindi come giudice e padre supremo a cui l’iniziato si deve affidare per completare il percorso che lo ha visto allontanarsi (la caduta pneumatica) dalla casa del Padre (che adesso non più conosce), provare dolore (causa lontananza) nel mondo della materia (ad opera del piccolo e cieco Demiurgo: il Dio dell’Antico Testamento), e il ricongiungimento nella camera nuziale celeste.

 Nel codice Askew, troviamo ancora la formula I.A.O., attraverso estratti del libro del Salvatore. Ecco il passo:

 “Gesù sta di fronte ad un altare e, insieme ai suoi discepoli, si volge ai quattro punti cardinali, invocando tre volte il nome IAO, la cui interpretazione è: I (il Pleroma è andato fuori), A (essi torneranno dentro), O (vi sarà una fine delle fini). Segue una mistica formula dove Gesù invoca il Padre affinché anche sui discepoli discenda la luce.”

 Proferendo tre volte per ognuno dei punti cardinali la formula IAO, otteniamo il numero 12, indissolubilmente legato alla tradizione solare, incarnata da Gesù in Cristo. Seppur con apparente differenza, in realtà i due passi menzionati indicano identica funzione di IAO come vettore e dispensatore di redenzione. Leggiamo nella citazione dal codice di Askew una valenza di scongiuro, e quindi di dominanza, sulla manifestazione tutta, ma anche riassuntiva di tutto il travaglio spirituale umano, che viene ricondotto ad una crisi interna al Pleroma: suggerendo che la fine dei tempi avverrà con il ritorno dell’ultimo spirito caduto in seno al Pleroma stesso.

 Avendo visto l’enorme importanza spirituale, magica e sacerdotale di questa importante formula magica, andiamo adesso a verificarne la dimensione operativa. Opera che spero possa trovare nuova linfa, proprio da quanto fino adesso esposto attorno a questa potente parola di potere.

Esercizio:

 Trovate una posizione comoda, possibilmente con la colonna vertebrale ben dritta e la gola distesa. Calmate la vostra mente con la respirazione armonica e sciogliete lentamente ogni resistenza fisica. Date progressione alla respirazione armonica.

 a) Successivamente iniziate a porre la vostra attenzione sul Plesso Cardiaco facendo vibrare la I e immaginate (I come Ignis, fuoco) il vostro respiro come una purificatrice fiamma ardente.

 b) Successivamente, lentamente modulate la vostra bocca in modo che la I si trasformi in una A, e al contempo portare la vostra attenzione sulla zona addominale/urogenitale. Facendo vibrare la A (A come Aqua, acqua) immaginate il vostro respiro come una corrente di acqua pura che insinuandosi in ogni orifizio e canale carnale lava via ogni impurità.

 c) Ancora una volta modulate la vostra bocca in modo tale che dalla A si passi alla O, e la vostra attenzione è adesso ben radicata nella zona intracigliare. Facendo vibrare la “O” (O come Oculus, occhio) immaginate il vostro respiro come un’onda luminosa che illumina ogni anfratto della vostra coscienza.

 Create così un flusso sonoro ed energetico continuo, e godete del calore ristoratore di questa pratica. Ricordate che solamente colui che ha l’oro può trasformare il metallo in oro.

 Se a seguito di questa pratica scivolerete in una fase di dormiveglia non dovete preoccuparvi, anzi ciò è indicativo di una corretta pratica.

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